Titola Massimo Habib, fondatore del TangoOlistico® “L’arte dell’Abbraccio: una restituzione di vitale importanza”

Di seguito, in versione integrale, il suo articolo.

“Una delle caratteristiche fondamentali della Disciplina del TangoOlistico consiste nell’abbraccio. Ma di che abbraccio parliamo? E, soprattutto, ha senso discriminare e distinguere fra differenti tipi di abbraccio? Proverò in questo scritto a rispondere a queste domande.

E’ fenomeno auspicabile e bellissimo quello dell’abbracciarsi. Due amici, due amanti, due parenti.
In realtà ognuno di voi può riflettere su quanto spazio diamo a questo evento nella nostra vita quotidiana. Quanti abbracci ci scambiamo? E che effetto hanno?

L’abbraccio più comune è quello vicendevole: L’atto stesso dell’abbracciare qualcuno quasi sempre evoca nell’altro una reazione automatica a rispondere in modo analogo. Uno dei motivi di questo fenomeno energetico consiste in una reazione sociale, in qualche modo, adulta. Perché non dovrei contraccambiare? Inoltre però, questo dialogo corporeo è denso di significati psicologici e caratteriali. Il solo gesto del dono evoca nella più parte di noi un immediato senso di responsabilità. Come a dire che spesso la restituzione dell’abbraccio è quasi un gesto “dovuto” o addirittura “scontato” che, oltretutto, risolve anche un imbarazzo nel ricevere cotanto gesto di affetto. Spesso agiamo o riceviamo un “tap tap” sulla schiena che agisce come un interruzione del contatto, pur accettandolo.
Naturalmente, conosciamo anche abbracci molto diversi. Luogo magico e tenerissimo , l’abbraccio, di una condivisione di affetto o, addirittura, di amore.

Possiamo auspicare un aumento di qualsivoglia tipo di abbraccio nella nostra società? Certo, sicuramente. Perché, qualche che sia la forma, il risultato di questo incontro corporeo non è mai scontato e ci mette, straordinariamente, in comunicazione con l’altro e con noi stessi.

Possiamo fare di più per distillare benessere e felicità con questo gesto? Come fondatore del TangoOlistico dico di si. Si può.

Nel Tango Argentino, danza dalla quale prende un forte spunto il TangoOlistico, si assiste a una dinamica energetica abbastanza nota. L’uomo, conducendola, abbraccia la donna che, accettando tale gesto, si affida nell’essere guidata durante la danza. Naturalmente, anche la donna attua una forma di abbraccio nei confronti dell’uomo, ma, per lo stesso meccanismo energetico di tale danza, il suo è più un lasciarsi abbracciare che “tenere”. Il suo animo è tutto concentrato nell’ascolto dell’uomo, nella comprensione della dinamica dei passi, mentre l’uomo deve necessariamente contenere, gestire, rassicurare la donna attuando il più possibile una forma di abbraccio funzionatane, solida, efficace.

Come molti lettori sapranno, il TangoOlistico sfrutta appieno questa dinamica energetica, radicalizzandola e integrandola. Infatti, ogni persona che sperimenta la Disciplina si ritrova a guidare in un ballo e ad essere guidata in quello successivo. Perché?

In questo scritto provo a rispondere a questa domanda solo relativamente alla dinamica energetica dell’abbraccio (La disanima delle motivazioni che mi hanno portato a a proporre il duplice ruolo è molto più complessa e sicuramente avrò modo di scriverne in un prossimo articolo).

Il motivo che mi ha portato a proporre questi due abbracci così profondamente differenti (uno in cui vengo completamente abbracciato e uno, polare, in cui abbraccio completamente) consiste proprio nel fatto che è molto difficile sperimentare questo tipo di energia nella nostra vita quotidiana, come abbiamo visto prima.

Quand’è l’ultima volta che sei stata/o abbracciata/o da qualcuno mentre tu non rispondevi in alcun modo e ti lasciavi tenere senza sforzo, senza reazioni sociali, caratteriali, o, legittimamente volontarie? Pensaci.

E quando è stata l’ultima volta in cui hai tenuto fra le tue braccia un altro essere umano mentre questa persona alimentava la tua sensazione di attività e di responsabilità, non reagendo, non chiedendo, non allontanandosi, non “parlando” con te? Pensaci. Pensateci.

Mi si potrebbe chiedere perché porre tanta attenzione a tale tipo di abbraccio, così radicale, così totalizzante.

Posso dunque finalmente rispondere alle domande. E la risposta è semplice, straordinaria, complessa, infinita.

L’abbraccio totale, durante il quale il ricevente nulla fa fuorché lasciare che avvenga, è l’abbraccio dell’infante. Il momento in cui il neonato non attua, per sua natura, nessun meccanismo energetico di azione nei confronti della madre. Semplicemente, viene nutrito di affetto. Punto. E quanto, nella nostra vita abbiamo potuto godere di tale nutrimento? Quale sia stata la nostra esperienza, sarà facile osservare, nel nostro ricordo, come ci sia ancora un grande spazio da colmare, uno spazio di abbracci dati in parte, a volte per nulla.

Ogni persona che sperimenti il TangoOlistico si ritrova innumerevoli volte durante la sessione di gruppo o individuale a vivere quel tipo di energia. Oggi. Da adulto. A volte, la sensazione che si prova è insostenibile. (“sta accadendo realmente? Posso permettermelo?”) Altre volte l’effetto è estatico (“Non ho mai provato nulla di simile. Ne voglio ancora!”)

Comunque vada è quasi impossibile restare indifferenti.

Ma non è finita qui, perché esiste anche l’altra faccia della Luna. Quando infatti mi ritrovo ad abbracciare in modo completo, radicale, sperimento la mia parte più autenticamente adulta (materna in particolare ma anche paterna per altri versi che non approfondisco in questa sede).
Questa sensazione di responsabilità regolata dall’abbraccio stesso, mi fa percepire la mia dimensione attuale di adultità.

Mi fermo qui. Sperando di aver dato alcuni spunti utili a comprendere i fondamenti del TangoOlistico ma soprattutto di una arte antichissima e attualissima, quella dell’abbraccio, che forse è possibile re-imparare ri-sperimentare e re-stituirci. Per una vita più colorata, serena, affidata e, in definitiva. Innamorata.

Ma anche per aiutare chi, nella vita, ha goduto di meno di quel cibo fatto di pelle e di calore che tanto ha contribuito a tenerci vivi così come siamo. Oggi. “

scritto da Massimo Habib Fondatore Tango Terapia e Tango Olistico®