Inizio a comprendere che riposare sia una delle cose più difficili con cui possiamo cimentarci

Riposare implica sentire il bisogno di riposare

Riposare implica sentire la fatica e sentire la fatica è qualcosa di piuttosto lontano dal nostro attuale potere così inquinato e sepolto ma un mare di sovrastrutture a noi estranee.

Sentire la fatica vuol dire smettere di darle nome e cognome; dare un nome e un cognome equivale a dare alla stanchezza un motivo di esistere e questo ci tiene aggrappati a qualcosa che è fuori di noi …il lavoro, la famiglia, le relazioni, il caldo, il freddo …le zanzare

E’ come dire sono stanco perchè qualcosa o qualcuno interferisce con il mio sistema – ma se questo accade vuoi dire che io sono fuori dal mio sistema – sto vivendo il sistema di qualunaltro e non riesco ad adattarmi a tutto ciò che questo comporta …finchè sento una stanchezza infinita e non so che farne

La cosa più “grande” che mi sembra di fare, di permettermi, quella che proprio “svolta”, è decidere di “staccare” …allora “si, mi prendo una pausa” , “vado in vacanza … (giusto per vacare un po’ da qualcosa a cui comunque dovrò tornare”), vado alle terme, ozio sul divano con un buon libro etc…

Quindi sono stanco di un sistema non mio e mi prendo una pausa…tipicamente senza essere davvero nemmeno dove decido di prendere pausa

esempio classico? “ah, mi sono regalata una giornata in spa e un bel massaggio” – vi è mai capitato di scoprire che a parte i primi minuti di “ah che meraviglia!” il resto della giornata sia andata vagando tra pensieri vari e nemmeno il tocco del massaggiatore più sapiente vi ha davvero riportato dentro al vostro corpo?

Per riposare, riposare davvero “devi esserci”, devi esserci tutto/a, corpo mente anima….tutto te deve riposare, tutto te deve trovare pace dentro se stesso – questo è riposare

Mangiamo, beviamo, andiamo in giro, cerchiamo il cibo bio, mangiano nei ristoranti che più ci piacciono, beviamo buon vino, cerchiamo di fare viaggi rilassanti … ma tutto questo avviene perlopiù fuori da noi

Nessun cibo, nessun vino, nessun viaggio può davvero darci Piacere (con P maiuscola) se non siamo presenti a noi stessi mentre compiamo queste azioni

Riposare non vuol dire procurare altre azioni che annullino l’effetto nefasto di tutte le azioni quotidiane agite in mancanza di presenza, di gusto, di piacere.

Riposare non è “chiodo scaccia chiodo”

Riposare non è “fuggire”, riposare non è “sdraiarsi su un letto” ….spesso confondiamo il riposare con il “prendere tempo” da qualcosa o da qualcuno …beh amici, questo non è riposare … è procrastinare uno stato di allerta ed è qualcosa che non “basta mai” …non basta una giornata di stacco/fuga da tutto

perchè è come contrapporre una stanchezza “definita, con nome cognome durata” ad un riposo “definito con nome cognome e durata” …. quanta ristrettezza in tutto questo! non trovate!

In una vita vasta tanto da poter dire quanto, in un mondo in cui tutto è possibile restringiamo tutto a pochi elementi definiti … e spesso pure male!

La stanchezza quella che non va via nemmeno dopo il giorno di terme…è quella stanchezza che non ha davvero a che vedere con la contingenza…è la stanchezza con cui ci identifichiamo , noi siamo stanchezza, noi siamo sforzo, noi siamo lavoro, noi siamo impegno, noi siamo risultati (attesi, ottenuti, inseguiti) …. e se noi siamo quella roba lì …cosa può fare un giorno alle terme?

Mi sono accorta di tutto questo avendo avuto accanto per lungo tempo una persona che di volontà, sforzo, impegno, fatica non ne ha mai voluto sentir parlare – una persona così in contatto con le proprie esigenze di essere umano da dosare in ogni momento al meglio le sue energie per soddisfarle

Molti sono stati i momenti in cui ho sentito rancore, critica, impossibilità a sopportare un comportamento così fuori dagli schemi – mi hanno insegnato che “chi non fa nulla” è un fancazzista, un depresso o comunque uno che ha dei problemi

ma sentire di voler tendere alla realizzazione di sé non ha nulla a che vedere con la quantità di cose che si fanno o alla dispersione di energie

Vi è mai capitato di avere una gran sete ma di non rendervene conto …fino a che qualcuno davanti a voi beve un bel bicchiere d’acqua e vi invita a fare altrettanto

“no grazie, non ho sete” ….”va beh dai, un sorsino” …e quando finalmente le labbra toccano le molecole d’acqua un mondo dentro di te si accende e dice “SI! era proprio l’acqua che volevo! ne avevo un bisogno disperato e non me ne rendevo conto!”

ecco, lo stesso vale per il riposo

Solo quando inizi a sentire profondamente, senza nomi e cognomi, il rilascio di tensione …. sentendo come la tensione, la stanchezza abitano ogni cellula del tuo corpo …quando inizi a rilassare anche solo le dita di una mano il processo di abbandono di ciò che non è tuo inizia e, se non interferisci prosegue, sino a guardare chi accanto a te conosce questo come stato naturale e a sentire solo un grande “grazie” !

Grazie non pensavo di avere così sete di riposo! non pensavo di essermi così tanto allontanata da me da rientrate nel “fare”, nel “giudizio” in una parola “nella fatica” di non essere me

Ora abito di nuovo il mio corpo

Ora sento di nuovo il mio cuore, i miei sentimenti, le mie potenzialità, la mia ispirazione … la vita, l’amore

Ora abito di nuovo me stessa

Profondamente grata